Shiatsu e postura

La definizione di “postura” è la seguente: “Posizione che assume, liberamente o per costrizione, il corpo umano”. Più approfonditamente si parla di postura: a. Nel linguaggio comune, come il modo di atteggiarsi del corpo umano o di una sua parte: la corretta p. delle mani sul pianoforte; stava posata ... con le gambe e le braccia piegate in p. strana e innaturale (Moravia) - b. Nel linguaggio medico, è sinonimo generico di posizione: assumere una corretta p.; la p. del busto, della colonna vertebrale; in fisiologia, l’atteggiamento abituale di un animale, determinato dalla contrazione di gruppi di muscoli scheletrici che si oppongono alla gravità.

Nella valutazione energetica che precede una seduta di Shiatsu, uno degli elementi che l’operatore osserva è la postura che il ricevente assume in diverse posizioni e situazioni: nella stazione eretta, mentre parla, mentre cammina, mentre è seduto e anche quando è disteso sul fouton. Si valutano simmetrie o asimmetrie, curve fisiologiche o meno, possibili indicatori di abitudini nel movimento o nella stasi che rappresentano segni di comportamenti equilibrati o derivanti da tensioni. Un certo tipo di lavoro, o un atteggiamento mentale, o addirittura la tendenza nell’alimentazione personale, possono determinare il modo in cui stiamo in piedi o ci muoviamo. Spesso guardando una persona si capisce che tipo di tacchi usa, o se porta sempre le borse sulla stessa spalla, se fa molto sport (non si intende il trofismo muscolare, ma l’atteggiamento che il corpo assume); si può a volte intuire se è fiero di sé e ancora se nella sua vita c’è qualche sentimento che si è prolungato nel tempo. Ovviamente anche i traumi fisici possono lasciare il segno, così come una crescita non armoniosa in tenera età o durante lo sviluppo.

La postura viene poi influenzata anche dallo stato di salute degli occhi, della qualità dell’occlusione a livello dei denti, dalla situazione vestibolare (la sede dell’equilibrio è nell’orecchio interno), dalla flessibilità della colonna vertebrale, dal tipo di respirazione che accompagna ogni atto respiratorio e così via scendendo fino all’appoggio a terra da parte dei nostri piedi, cioè il sistema podalico. Spesso gli interventi locali considerano solo i risultati ottenuti in una distretto corporeo, senza tenere in conto gli effetti sull'intera postura, il che comporta la possibilità che il problema si sposti in un’ altra regione corporea. In un approccio olistico tutti questi aspetti contribuiscono a quella che possiamo chiamare “tensegrità del sistema”, cioè la capacità del “sistema – corpo” di essere resistente, leggero, flessibile e adattabile, in cui la postura nasce dallo sviluppo della sezione aurea, a cui ogni parte del sistema contribuisce con una risposta miofasciale e sensoria che si sviluppa secondo delle spirali, che nello spazio tridimensionale si organizzano in forma elicoidale. Se così non fosse ci muoveremmo come dei robot.

Dal momento in cui l’uomo nel tempo (e in ogni singola esistenza, quando il bambino che passa dalla posizione quadrumane a quella bipede-eretta), si è messo in piedi contro la forza di gravità, la nostra evoluzione è balzata in avanti e questo è stato possibile grazie alle modifiche che hanno riguardato un complicato sistema formato dal nostro scheletro, dai nostri muscoli e soprattutto dal nostro sistema nervoso. La complessità e la bellezza delle nostra natura rappresentano sia la nostra forza, quando tutto funziona come deve siamo in grado di interpretare movimenti di una armonia che sfiora la pura estetica, sia la nostra fragilità: a volte basta una piccola variazione per introdurre compensazioni che, se inizialmente ci permettono di continuare a vivere e a fare ciò stavamo facendo, alla lunga possono ripercuotersi con aspetti negativi sull’intero sistema. Un piede il cui arco plantare non sia sufficiente a scaricare a terra il peso potrà così disallineare le nostre ginocchia, le nostre anche, la nostra schiena. Pensiamo all’impatto che possono avere le scarpe che usiamo quotidianamente, oppure ad una tendenza ad appoggiarsi sempre di preferenza su uno dei due piedi. Ma, partendo dall’alto anziché dal basso, anche uno strabismo, o un disturbo nella masticazione, o una difficoltà a livello dell’equilibrio potranno determinare risposte muscolari contrattive che alla lunga possono perfino deviare l’allineamento degli anelli della spina dorsale tirandoli da una parte. Forse non è immediato, ma basta pensare a una vista imperfetta o corretta con occhiali sbagliati, per immaginare come si muoverà diversamente la testa della persona, testa il cui peso è quasi interamente sorretto dalle prime due vertebre cervicali, la coppia “Atlante-Epistrofeo”. Un piccolo avanzamento o arretramento del capo, nel rapporto tra occipite e mento, dovuto alla vista, sposterà il peso e modificherà il carico con conseguente tensione a livello dei muscoli del collo. A livello di masticazione e in generale di occlusione dentaria, basta pensare che la mandibola è una delle poche articolazioni che attraversano l’asse verticale del nostro corpo e che è in stretta relazione con il collo e con il bacino.

Oltre alle questioni di natura grossolana, cioè prettamente fisica, esistono anche degli aspetti più sottili, che risiedono nel carattere della persona e nei suoi vissuti psico-emotivi, che possono somatizzarsi nella postura. Se pensiamo ad una persona molto volitiva e che ama le sfide potremo scoprire un atteggiamento che le fa spingere in avanti il mento. Una persona malinconica potrà avere le spalle chiuse e un po’ “crollate” in avanti, aumentando così il senso di chiusura in sé stessa. Una persona che tenda ad arrabbiarsi spesso potrà avere le mascelle serrate. Una persona che ha sempre molti problemi da risolvere e tende al rimugino la potremmo trovare con il viso corrucciato e una certa rigidità a livello del collo.

La nostra non è una natura statica, ma oscillante, sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista psico-emotivo. La vita sempre più “artificiale” (state pensando allo smartphone e alla postura che adottate mentre lo avete tra le mani e per quanto tempo fissate gli occhi su qualche centimetro quadrato?) è livellante e altera la salute in ogni suo aspetto. Sommando le questioni fisiche a quelle emotive e psichiche si avranno sicuramente delle compensazioni, che avranno come “ponte” tra postura e sistema la fascia connettivale. Ogni stimolo, che sia compensativo o afferente (gli occhiali, un apparecchio ortodontico, un paio di scarpe, una posizione del corpo) interagirà con il citoscheletro e quindi in ultima analisi con l’RNA molecolare. Alla lunga ciò significa il rischio di una modifica permanente della nostra natura più intima. Spesso per non sentire un piccolo dolore inconsapevolmente ci adeguiamo creando i presupposti per un danno maggiore.

A seconda del percorso di consapevolezza che ogni persona compie (che ne sia cosciente o meno) l’approccio evolutivo che lo Shiatsu può sostenere porterà la persona prima a prendere coscienza del proprio stato, che comprende anche la propria postura, potendo così successivamente instaurare un circolo virtuoso e non più “vizioso”. Il rilassamento di cui il ricevente beneficia durante la seduta agisce in modo da recuperare uno stato funzionale ad eventuali esercizi e al lavoro che la persona potrà compiere per apportare le correzioni del caso, dall’alimentazione, alle abitudini, al modo di muoversi e di stare in piedi o seduto (la posizione più frequente al giorno d’oggi per molte persone durante l’attività diurna). Inoltre, il riequilibrio energetico che la seduta Shiatsu apporta andrà a sostenere il ripristino del miglior quadro possibile, sostenendo la persona nella possibilità di scegliere nuove abitudini e prendere così in carico la propria esistenza nella sua totalità. Oltre al trattamento esistono diversi suggerimenti che l’operatore Shiatsu può fornire al proprio ricevente: un modo diverso e più corretto di respirare, un’alimentazione più sana ed equilibrata e una maggior attenzione sia rispetto a sé che nel rapporto con le fasi del giorno e dell’anno, oltre a dei semplici esercizi come l’auto-shiatsu o lo stretching dei meridiani.

Problemi collegati al sonno, situazioni gastrointestinali, intolleranze e allergie, fino alle infiammazioni sistemiche generalizzate, altra possibile causa, molto diffusa, di posture disarmoniche, possono essere migliorati se si riesce a rispettare maggiormente i cicli circadiani, ristabilendo così una corretta produzione ormonale come nel caso del ritmo sonno-veglia in base alla corretta produzione di cortisolo. La matrice extra cellulare in cui scorrono anche i nostri meridiani, ripulita dall’acidosi che è il frutto della infiammazione sistemica generalizzata di basso livello cioè il male silente che affatica la maggioranza dei casi e di cui ci si accorge solo quando il dolore arriva a livelli acuti, può tornare a essere la sede dell’inizio, dello svolgimento e del termine dei regolari processi vitali. Ovviamente anche in questo caso il trattamento Shiatsu può avere un ruolo di innesco di un meccanismo di “auto-guarigione”, soprattutto se ulteriormente supportato da una maggior attenzione all’atto respiratorio che alcune attività come lo yoga possono rendere più efficaci e consapevoli. Una respirazione diaframmatica, oltre ad agire sul nervo vago, sosterrà delle posture non più compensative (avete mai notato che chi non si sente bene non sta “dritto”?) ma toniche ed equilibrate.

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